Il ladro di palloncini
di
Alessandro Ghebreigziabiher
In un tempo lontano, su un’isola sconosciuta situata secondo alcuni nel mare di Sulu, si era insediata ed evoluta miracolosamente una comunità di palloncini.
A causa di tremende correnti marine era praticamente impossibile raggiungere la costa e il resto del pianeta ignorava tale meraviglia della natura.
Vi erano palloncini di tutte le forme e sagome immaginabili. Nella fattispecie, ve n’era uno di nome Samar, piuttosto rotondo, un classico palloncino da fiera.
Samar era un tipo molto sensibile e in verità non è che amasse molto le proprie fattezze, ignaro di quanto ciò fosse irrilevante per i bambini di tutto il mondo.
Inoltre, come tutti i suoi compagni, viveva legato a una cordicella, con all'estremità un sasso per non volare via, nel cielo, nelle mani del ladro.
Già, perché, come a tutti, anche al piccolo Samar era stata narrata la leggenda del ladro di palloncini.
Secondo la storia, se malauguratamente si fosse sciolta la cordicella e sfilata la pietra, il palloncino si sarebbe alzato in volo e una volta sopra le nuvole, invisibile da terra, sarebbe stato rapito da una creatura terrificante che viaggiava su un veliero leggero come una piuma e veloce come un fulmine.
Tuttavia il vero terrore nasceva dal fatto che quest'essere, con estrema crudeltà, una volta catturata la propria vittima, le avrebbe rubato tutta l'aria all’interno.
Samar, come tutti i suoi simili, viveva giorno e notte con questa paura nel cuore.
Un pomeriggio come tanti si alzò un vento spaventoso che sorprese sfortunatamente il piccolo palloncino sulla spiaggia dell’isola, senza alcun appiglio e, sotto gli occhi di tutti i suoi concittadini, si sciolse la cordicella.
Samar si librò in alto senza potersi opporre all’ormai segnato destino.
Potete immaginare a che ritmi battesse il suo cuore e che panico lo avvolse quando, ormai lontano chilometri dal suolo, vide sbucare fra due nuvole la leggendaria nave.
Quest'ultima si avvicinò in un attimo e un bambino dall’espressione divertita catturò Samar con una rete in un battibaleno.
Il fanciullo tirò fuori il palloncino con cura e legò l'estremità della cordicella alla nave mentre Samar, tremando come la classica foglia, non osava aprire gli occhi.
"Calmati, va tutto bene, credimi", fece il bambino.
Samar sollevò le palpebre lentamente e fu enorme la sorpresa quando, invece della mostruosa fiera che da sempre popolava i suoi sogni, vide il ragazzino che sorrideva bonariamente.
Ciò nonostante, con ancora un po’ di tremore, disse con tono supplichevole: "Ti prego, non rubarmi l'aria, farò qualsiasi cosa…"
Il bimbo rispose: "Non temere, non te la ruberò, non potrei neanche se lo volessi, nessuno può, poiché quell'aria sei tu. Io non capirò mai perché vi ostiniate a legarvi a terra con quelle stupide pietre, quando, in qualsiasi momento, potreste sollevarvi e abbracciare il sole. La paura imprigiona la vostra libertà dentro di voi."
Samar rimase senza parole e il fanciullo, con delicatezza, sciolse la corda, aprì il palloncino e l'aria fuoriuscì per essere finalmente libera, per sempre.
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Bella storia,molto semplice ed ha anche con un finale splendido.
RispondiEliminaGrazie!
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