Mi sono svegliato
di
Alessandro Ghebreigziabiher
Mi sono svegliato e ho visto me.
Ho visto un mondo dove le parole stesse sembrano contare più delle vite che in qualche modo contengono. Ho visto le più sgradevoli tra esse urlate o sussurrate con la stessa indifferenza.
Le ho lette in cima al monte di altrettante parole ammucchiate nel bel mezzo della pubblica piazza un attimo prima che rotolassero giù, sempre più giù, portandosi via tutto.
Perfino le vite di cui sopra.
Ma poi, per fortuna, mi sono svegliato.
E ho visto una gigantesca sala hobby, a entrata rigorosamente vip, ricolma di tavoli con seduti intorno una miriade di signori dal potere in una tasca e gli occhi nell’altra. Ciechi ben vestiti e sorridenti a bocca talmente larga da poter ingoiare un intero sciame di mosche obese e continuare imperterriti a giocare con il futuro degli invisibili dal passato impronunciabile e il presente scomodo.
Malgrado ciò, per buona sorte mi sono svegliato.
Mi sono svegliato e ho visto creature mostruose a dir poco, metà poltrona girevole e metà odio. Smisurato rancore per se stessi e il proprio funestato destino. Leggi pure come l’olio rovente da gettare dal sicuro dei personali torrioni sugli inermi di passaggio, capri sacrificabili che nemmeno servono a espiare. Al meglio, a trascorrere un altro giorno buio.
Ma poi mi sono svegliato, evviva.
Ho aperto gli occhi e ho visto il più grottesco dei paradossi sotto forma di miliardi di occhi di dimensioni abnormi, ingigantiti negli anni da una quantità fenomenale di puerili menzogne e trucchi da due soldi travestiti da edizioni straordinarie. Ma un muscolo drogato, per quanto luccicante e levigato come il marmo, è e sarà sempre un muscolo drogato. Nondimeno, che il cielo benedica la fine, ogni tipo di fine. Soprattutto quella dei brutti sogni.
Così mi sono svegliato, spaventato ma felice.
E ho visto un numero incalcolabile di persone entrare in una prigione, chiusa dentro un’altra prigione, che si trova all’interno di un’altra ancora, a sua volta dentro un’altra e un’altra, un’altra ancora e ancora un’altra.
Volontariamente…
Poi mi sono svegliato di nuovo.
E una volta sveglio, tutt’altro che certo di esserlo, ho visto un pianeta composto unicamente da tre tipologie di creature. I persecutori, perennemente alla ricerca di una preda da tormentare. Le prede, senza le quali di cosa stiamo parlando? E nel mezzo gli spettatori, molti dei quali convinti di essere qualcosa di più per il solo fatto di aver alzato la voce qualche volta.
Potrei andare avanti. Anzi, sto andando avanti, lo spero. Ci sto provando maledettamente.
A svegliarmi davvero.
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