E’ incredibile quello che una piccola luce può fare
di
Alessandro Ghebreigziabiher
Casa famiglia.
Così ti hanno detto che si chiama.
Ti hanno spiegato di cosa si tratta, tu hai capito le parole, il significato e il peso che avranno nella tua vita, da ora in poi.
Hai perfino sentito, dentro, cosa potrebbe regalare tutto ciò, col tempo e, soprattutto, con una straordinaria pazienza da parte di tutti gli attori in scena.
Ma il corpo?
Il fragile vestito di pelle e ferite è ancora sordo.
Ha bisogno di un linguaggio dei segni speciale, ai limiti della magia e di un amore davvero sincero.
Nel frattempo ci sono io, non preoccuparti, Hamida.
Una torcia rotta.
A verbale, vostro onore. E’ così che mi ha definito la donna che ti ha accompagnato.
La ragazzina è arrivata dalla Siria senza alcun oggetto personale. Solo una torcia rotta, da cui non si separa mai.
Quante cose da scoprire, nel mondo al di qua delle foto commoventi, di case flagellate dalle bombe e visi altrettanto martoriati dall’incapacità delle umane genti di prendersi la responsabilità.
Delle bombe e del resto.
Una tra esse è la sorprendente rapidità nel dichiarare il decesso delle cose. Come se ci fosse una pervicace fretta di celebrare funerali e pronunciare discorsi di commiato.
Di dire addio.
Sarà per questo che si producono così tanti, presunti rifiuti da queste parti.
Ma tu ed io sappiamo la verità, vero?
Forse perché è di dimensioni trascurabili.
Proprio come noi.
E’ incredibile.
E’ incredibile sapere le cose che gli altri non sanno.
E lo è altrettanto ricordarsene quando occorre.
Per la cronaca, ovvero il racconto che attende, sei arrivata con i raggi di sole ma è una coltre oscura che ti ha rimboccato le coperte.
Con essa la pioggia battente, i lampi, i tuoni e tutto il repertorio.
Hai aperto gli occhi e un improvviso desiderio si è impossessato di te.
Di norma l’avresti ignorato, come tutti gli altri, a prescindere dall’impellenza.
Perché bisogno è male, è la sola regola.
Come sopravvivere a ogni costo, il solo orizzonte concesso.
Ma qui ti hanno mostrato come vivono le vere minoranze del mondo.
Come fai a non approfittarne?
Come fai a non approfittare di un sorso d’acqua, laddove la sete alzi la voce?
Potresti desistere, è normale, allorché tra il repertorio di cui sopra ci fosse anche un improvviso black out.
Ma, allora, io cosa ci sono a fare qui, in questa storia?
Tu mi prendi e mi accendi, tu dai un senso alla mia vita.
Ed io ti guiderò anche stavolta sino alla riva.
Perché non sono mai stata rotta del tutto.
Come non lo sei tu, amica mia.
Perché è incredibile.
E’ incredibile quello che una piccola luce può fare.
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