Chi è che piange?
di
Alessandro Ghebreigziabiher
C’era una volta un mondo fatto di quadratini, tutti uguali, tutti perfetti, tutti incollati l’uno all’altro.
Sui quadratini vivevano gli abitanti, tutti uguali, ovvero tutti imperfetti allo stesso modo, tutti incollati, cioè tutti vicini per ragioni identiche.
La maggior parte del tempo, costoro la trascorrevano all’interno del proprio quadratino, al riparo dei confini del loro possedimento, le quattro sacre linee.
Oh, come adoravano queste ultime e non mancavano mai di lodarle ed esaltarne il valore.
Difatti, sia al mattino che alla sera i nostri recitavano siffatta supplica: che il cielo mantenga sempre retti gli angoli e ben chiuse le rette che li formano.
Tuttavia, la vera peculiarità della vita degli abitanti, tutti uguali, ovverosia incredibilmente simili nel credere di esserlo, era quella di trascorrere il proprio tempo seduti.
Seduti si veniva al mondo e seduti si diceva addio a quest’ultimo e soprattutto agli amati quadratini.
Seduto era lo stile maggiormente in voga su quel pianeta.
Seduti non ci si stancava, e stancarsi era male.
Seduti non si correva il rischio di cadere, e cadere era peggio.
Seduti non si poteva incontrare la gente cattiva, e la gente cattiva era ovunque, ma solo al di là delle quattro sacre linee.
In breve, da seduti la vita era facile, perché potevi convincerti che fosse tutta lì, al riparo di queste ultime.
Un giorno capitò l’evento che avrebbe sconvolto la vita di tutti loro.
All’improvviso, si levò nell’aria un suono inusitato nel mondo ricoperto da quadratini, tutti uguali, tutti perfetti, tutti incollati l’uno all’altro, da sembrarne uno solo.
Un lamento, che man mano si trasformò in un pianto sommesso, per poi levar di volume, intensità e soprattutto dolore.
Chi è che piange? Chiese uno degli abitanti.
Nessuno rispose, ma il singhiozzo proseguì imperterrito.
Ma perché sta piangendo? Chiese curioso un altro.
Idem come sopra e il gemito si fece addirittura più potente.
Cos’hai da frignare? Domandò incredulo un altro ancora. Non hai nulla da temere se non oltrepassi le linee.
Nulla da fare.
Il pianto sembrò moltiplicarsi, come se fosse prodotto da un coro polifonico di voci sofferenti, che si univano alle altre incoraggiate dalle prime.
Basta con questa lagna, urlò qualcuno degli abitanti.
Abbassate almeno il volume, per cortesia, chiese un altro, vorrei un po’ di rispetto.
E’ una violenza inaccettabile, questa, sentenziò inviperito un altro ancora.
Ma si può sapere chi è che piange? Chiese di nuovo la maggior parte.
Poi, l’evento sconvolgente ottenne l’effetto quanto mai desiderato.
Esasperati e irritati, angosciati e più che mai vinti, gli abitanti del mondo dei quadratini si alzarono in piedi quasi tutti allo stesso momento, per capire una volta per tutte chi tra loro osasse lamentarsi.
E fu così che il pianto finì.
Perché finalmente, tutte le altre creature del pianeta, sopra le quali gli abitanti erano seduti, furono libere di correre e volare.
Oltre ogni linea...
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